Psicologa Claudia Surcinelli Riccione

Chi sono

Sono laureata in Psicologia Clinica e di Comunità, iscritta all’Albo degli Psicologi dell’Emilia Romagna
(n.10129a), ho svolto un corso di perfezionamento in Psicologia Scolastica e dell’Orientamento, sono specializzata in
Psicoterapia Sistemico Relazionale ed utilizzo questo approccio nel mio studio privato per terapie
individuali, di coppia e familiari.

“Ciò che conosciamo di noi è soltanto una parte, forse piccolissima, di ciò che siamo a nostra insaputa”

Luigi Pirandello

Il modello di psicoterapia che ho scelto prevede: un colloquio iniziale, in cui si definiscono tempi ed obbiettivi del percorso, e sedute di psicoterapia che è per definizione breve, da un minimo di 10 ad un massimo di 20 incontri, a seconda degli obbiettivi da raggiungere, che si svolgono a cadenza settimanale o quindicinale.

Oltre ad essere una Psicologa e Psicoterapeuta, mi preme anche dirti che, sono una persona che, come tutti, ha avuto nella vita periodi bui e momenti di difficoltà dai quali però ho imparato tanto.

E’ vero che quando tutto ti sembra sbagliato è difficile capirlo ma ogni momento di difficoltà per me è stata un’opportunità di fermarmi, riflettere, guardarmi dentro e crescere, l’opportunità di affrontare gli eventi in maniera diversa, sentirmi più forte ed è questo che vorrei aiutarti a fare.


Cos’è per me la psicopatologia

Generalmente la psicopatologia è definita come l’origine e la natura dei disturbi e delle malattie mentali, che possono essere attribuite alle diverse funzioni della mente come la coscienza, l’attenzione, la memoria, la senso percezione, il pensiero e l’affettività.

Il termine psicopatologia è spesso usato erroneamente quasi come sinonimo di psichiatria.

Teoria sistemico relazionale

Io preferisco studiare la psicopatologia utilizzando un orientamento Sistemico Relazionale:

  • l’individuo non è visto come il “malato” ma si considera l’intero ambiente in cui questa persona vive, le sue relazioni, la sua famiglia, le sue origini, cioè il sistema interattivo che gli si muove attorno;
  • il malessere di qualcuno esprime la disfunzionalità del sistema stesso in cui egli vive;
  • la patologia è considerata come un “messaggio”, una metafora, un comportamento comunicativo che si instaura all’interno di un sistema;
  • il sintomo può essere considerato come una necessità del sistema di risolvere una problematica interna o un passaggio nel costante percorso evolutivo che questo vive continuamente;
  • normalità e patologia non sono più considerate come condizioni statiche e atemporali ma come stati comportamentali mutevoli, dinamici e reversibili e temporalmente definiti;
  • l’obiettività è messa tra parentesi, la desiderabilità o indesiderabilità di ogni comportamento è socialmente determinata e non possiamo affermare che qualcosa è buono o cattivo, sano o insano per sé stesso;
  • il sistema terapeutico diventa un tempo e un luogo in cui la comunicazione assume una rilevanza specifica ed il cambiamento diventa possibile in quanto evoluzione di nuovi significati, emersi attraverso il dialogo;
  • il sistema terapeutico non trova soluzioni ma si propone come organizzatore e dissolutore dei problemi attraverso la Psicoterapia.

Il codice deontologico

Come ogni psicologo e psicoterapeuta iscritto all’Ordine degli Psicologi ci sono delle regole che dobbiamo seguire, un codice deontologico che tutela noi e i nostri pazienti.
Ti elenco gli articoli del codice che ritengo più significativi:

Articolo 3: Lo psicologo considera suo dovere accrescere le conoscenze sul comportamento umano ed utilizzarle per promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunità .

In ogni ambito professionale opera per migliorare la capacità delle persone di comprendere se stessi e gli altri e di comportarsi in maniera consapevole, congrua ed efficace.

Lo psicologo è consapevole della responsabilità sociale derivante dal fatto che, nell’esercizio professionale, può intervenire significativamente nella vita degli altri; pertanto deve prestare particolare attenzione ai fattori personali, sociali, organizzativi, finanziari e politici, al fine di evitare l’uso non appropriato della sua influenza, e non utilizza indebitamente la fiducia e le eventuali situazioni di dipendenza dei committenti e degli utenti destinatari della sua prestazione professionale.

Lo psicologo è responsabile dei propri atti professionali e delle loro prevedibili dirette conseguenze.

Articolo 4: Nell’esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità , estrazione sociale, stato socio economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità.
Consulta il resto del codice